“Cosa ha fatto di straordinario?” Pironio: amico di Dio, amico dei giovani

Alla notizia del riconoscimento delle virtù eroiche del card. Eduardo Pironio, una persona, conoscendo la collaborazione e l’amicizia che avevo con lui, mi ha chiesto: ha fatto qualcosa di straordinario? Non saprei come rispondere perché ciò che è straordinario in Pironio è proprio che ha fatto l’ordinario in modo straordinario. Direi che è un “santo della porta accanto”, come Papa Francesco definisce quei santi che sono vicini a noi e che, senza fare nulla di straordinario, ci portano a Dio perché lo respirano.

Direi che il cardinale Pironio era un amico di Dio e, di conseguenza, un amico di tutti. Il suo testamento spirituale, di grande profondità, lo testimonia.

Di tutto quello che ho potuto condividere con lui, vorrei ricordare due cose: la misericordia vivente e la chiamata alla santità.

In un’occasione l’ho sentito esprimere il suo desiderio: che ogni sacerdote, attraverso il sacramento del perdono, sia uno specchio della misericordia del Padre. Il Card. Pironio l’ha vissuto ed è stato veramente immagine del volto misericordioso del Padre. Stando con lui, ho capito che ciò gli  era possibile grazie alla sua capacità di soffrire, di vivere la compassione nel silenzio contemplativo e nell’azione. Per Pironio, vivere la croce è stato un privilegio, come esprime nel suo testamento spirituale:

Magnificat! Ringrazio il Signore per il privilegio della sua croce. Sono molto felice di aver sofferto così tanto. Mi fa solo male non aver sofferto bene e non aver sempre assaporato la mia croce in silenzio. Spero che, almeno ora, la mia croce cominci ad essere luminosa e fruttuosa.

Pironio ha sofferto per sé e per gli altri; ha saputo portare la sua croce e seguire il Signore, ma per lui quella croce aveva sempre un aggettivo che le dava significato: croce di Pasqua. Per Pironio questo indica il modo di accogliere la croce di chi si sente profondamente amato dal Padre e sperimenta la misericordia. Pironio era innamorato del mistero pasquale. Per questo possiamo ricordarlo come un profeta di speranza. Nel suo testamento spirituale dirà che la croce è stata un dono per lui e credo che questo possa essere detto solo da chi ama molto e si sente profondamente amato da Dio.

Vorrei anche ricordare la sua passione per la santità. Alla GMG di Santiago de Compostela (1989), Papa Giovanni Paolo II disse ai giovani: Non abbiate paura di essere santi! Pironio, con il suo cuore giovane, raccolse questo grido e nel suo ultimo incontro con i giovani a Loreto nel settembre 1995, dopo aver ascoltato attentamente le preoccupazioni dei giovani per tanti anni, rispose al Papa con alcune parole indimenticabili, segno profetico della sua vita: “Questi giovani non hanno paura della fatica, della sofferenza, della croce. Hanno paura della mediocrità, dell’indifferenza, del peccato”.

Carmen Aparicio Valls

Presidente

Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù