JMJ 2019: la conversión ecológica en acción

Manifiesto de los jóvenes de la JMJ 2019 para el cuidado de la casa común – Panamá

III Congresso internazionale sulla salvaguardia del Creato

19 gennaio 2019, Città di Panama

Noi, giovani cattolici della Giornata Mondiale della Gioventù a Panama, intendiamo elevare i nostri cuori e le nostre menti in lode, gioia e gratitudine a Dio per il bellissimo dono della nostra amata “sorella Madre Terra”, secondo la felice espressione usata da San Francesco. Come Papa Francesco ci ha ricordato, allo stesso tempo siamo dolorosamente consapevoli che c’è “un grande deterioramento della nostra casa comune” (Laudato Si’, 61).

Convinti che “possiamo cooperare come strumenti di Dio per la cura della creazione” (LS 14), chiediamo a tutti, e a noi stessi per primi, un’azione urgente per proteggere il nostro
pianeta e le persone più povere e vulnerabili.

1. L’ingiustizia verso i poveri di oggi e le generazioni future.

Il nostro futuro e il futuro di chi verrà dopo di noi sono in grave pericolo. L’umanità da tempo ha intrapreso un percorso irresponsabile di distruzione ambientale che rende già precario il presente e pregiudica il futuro. In primo luogo, a causa della crisi climatica stiamo già assistendo ad impatti devastanti in tutti i continenti, con l’aumento della temperatura media di 1°C. Il pianeta rischia poi di superare la soglia catastrofica di 1,5°C di riscaldamento globale, se l’accordo di Parigi non verrà attuato da tutti e in modo tempestivo. In secondo luogo, la crisi della biodiversità ci ha già condotti nel mezzo della sesta estinzione di massa, con specie animali e vegetali che scompaiono in modo irreversibile. A tale proposito, ci ricordano i vescovi latino-americani1 e il documento preparatorio del Sinodo sull’Amazzonia2 che le popolazioni indigene hanno un ruolo decisivo nel proteggere le proprie terre ancestrali dalle attività di sfruttamento indiscriminato. Inoltre, altre crisi correlate non meno importanti,
come la crisi idrica, rendono ancora più allarmante lo stato della nostra casa comune.

Nella Laudato Si’ si sottolinea che “le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia.”(LS 161). Inoltre, come hanno riconosciuto i vescovi di tutti i continenti [l’attuale] “generazione non sta facendo abbastanza per lasciare un pianeta sano. Essere così miopi è commettere un’ingiustizia inaccettabile”.3 Siamo consapevoli che la crisi ecologica non è solo un’ingiustizia intergenerazionale, ma
anche un’ingiustizia intragenerazionale nei confronti delle persone povere e più vulnerabili.

Come ha scritto Papa Francesco, “Tanto l’esperienza comune della vita ordinaria quanto la ricerca cientifica dimostrano che gli effetti più gravi di tutte le aggressioni ambientali li subisce la gente più povera” (LS 48). Così accade che la crisi migratoria è strettamente correlata alla distruzione ambientale: “Molti di quanti possono a malapena permetterselo sono già costretti ad abbandonare le loro case e a migrare in altri luoghi, senza sapere come verranno accolti.”4

Il tempo stringe e molti leader non hanno ancora intrapreso con convinzione quelle trasformazioni necessarie per proteggere la nostra preziosa casa comune e tutti i suoi abitanti.

2. Un’autentica e urgente conversione ecologica.

Riconosciamo che la crisi ecologica è sintomo di una crisi più profonda nel cuore umano, che ci ricorda la chiamata profetica di San Giovanni Paolo II a “stimolare e sostenere la ‘conversione ecologica’ che ha reso l’umanità più sensibile nei confronti della catastrofe verso la quale si stava incamminando.”5 Preghiamo che questo pellegrinaggio a Panama diventi un’importante pietra miliare nella conversione ecologica di tutti i partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù, poiché, per noi cristiani, “Vivere la vocazione di
essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana” (LS 217).

Consapevoli della nostra parte di responsabilità nell’attuale crisi ecologica, sentiamo un profondo bisogno di pentimento. Secondo le parole di Papa Francesco, “una sana relazione con il creato è una dimensione della conversione integrale della persona, che comporta il riconoscimento dei nostri errori, peccati, vizi o negligenze e conduce al pentirsi di cuore, a cambiare dal di dentro” (LS 218). La Chiesa ha un ruolo fondamentale nel promuovere questa conversione ecologica al suo interno e in tutte le realtà sociali, economiche, politiche, istituzionali. Siamo incoraggiati dal modo in cui la Laudato Si’ è fonte di un’efficace opera per sollecitare tutti a prendersi cura del Creato, con innumerevoli iniziative in tutto il mondo che stanno guidando l’azione di trasformazione per un’ecologia integrale. Ma l’urgenza è tale che deve essere fatto molto di più da tutti e con maggiore immediatezza.

3. Il ruolo dei giovani cattolici.

Come hanno riconosciuto i Padri sinodali, tra i giovani “c’è una forte e diffusa sensibilità per i temi ecologici e della sostenibilità, che l’enciclica Laudato Si’ ha saputo catalizzare”6.

In modo particolare, questa sensibilità si traduce in un appello a tutte le classi dirigenti ad agire, perché “I giovani esigono da noi un cambiamento “(LS 13). Infatti, c’è un vivace movimento di giovani che sta crescendo in tutto il mondo e chiede con forza alla generazione al potere di prendere sul serio il cambiamento climatico e la crisi ecologica.

Giovani attivisti stanno intraprendendo azioni senza precedenti, che vanno dal “climate strike” degli studenti alle azioni legali contro i governi per non aver fatto abbastanza per contrastare il cambiamento climatico.

In questo contesto, anche noi giovani cattolici ci stiamo facendo avanti come mai verificatosi prima. Prendiamo sul serio l’appello della Laudato Si’ che invita a prendere “decisioni drastiche per invertire la tendenza al riscaldamento globale ” (LS 175) e uniamo la nostra voce a quella profetica di tanti altri giovani impegnati per l’ambiente. Come ben espresso dai Padri sinodali, “I giovani desiderano mettere a frutto i propri talenti, competenze e creatività e sono disponibili ad assumersi responsabilità”, facendo tesoro dell’esperienza degli anziani e della ricca tradizione culturale e spirituale della nostra Chiesa.

4. I nostri impegni.

Siamo consapevoli che noi, giovani cattolici, non stiamo facendo abbastanza.
Nonostante gli impegni assunti nelle precedenti conferenze sulla salvaguardia del creato, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù 2013 e 2016, non ci stiamo ancora mobilitando abbastanza per la nostra casa comune. Concretamente:

I. Ci impegniamo a vivere la Laudato Si’ nella concretezza della nostra esistenza quotidiana, sviluppando una “spiritualità ecologica” (LS 216) e adottando stili di vita sostenibili. Il cambiamento è possibile anche tramite piccole azioni quotidiane come “evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via” (LS 211).

II. Ci impegniamo a studiare e comprendere meglio la questione ecologica, con l’obiettivo di promuovere e attuare quei cambiamenti che sono necessari a tutti i livelli: nelle nostre famiglie, scuole, università, ambienti di lavoro, circoli sportivi, attraverso i media e la cultura, ecc..

III. Ci impegniamo a sollecitare con coraggio i Vescovi ed i responsabili della Chiesa a prendere maggiormente sul serio la crisi ecologica. Guidati dall’appello di Papa Francesco per noi giovani cattolici ad essere provocatori, fare “lío” (che in spagnolo significa “fare chiasso” e “mobilitarsi”), saremo dei disturbatori scomodi” ma creativi e positivi nelle nostre diocesi, parrocchie e comunità, per aiutare la Chiesa a uscire dall’indifferenza e da posizioni di comodo.

IV. Ci impegniamo a sostenere la Chiesa offrendo il nostro tempo e i nostri talenti per animare le nostre comunità ad avere una migliore cura del creato; a collaborare, anche ad un livello più ampio, per interpellare in modo profetico e spingere all’azione i leader politici, dato che la Chiesa “deve affermare questa responsabilità nella sfera pubblica [per] proteggere l’uomo contro la distruzione di se stesso” (Caritas in veritate, 51).

V. Ci impegniamo ad essere solidali e a collaborare, senza perdere la nostra identità e visione integrale dei problemi, con tutti coloro che, come il movimento ambientalista e altre realtà, stanno operando per difendere e custodire la nostra casa comune. Per cambiare veramente, sarà importante operare assieme. L’unione fa la forza. È questo lo spirito con cui è nata la “Generazione Laudato Si”, una nuova rete di giovani cattolici per coordinare gli sforzi, imparare gli uni dagli altri e massimizzare il contributo di tutti7.

5. Le nostre richieste.

Chiediamo ai Vescovi e ai responsabili della Chiesa di accelerare l’attuazione della Laudato Si’:

I. Incoraggiando la conversione ecologica in corso attraverso programmi educativi e di formazione a tutti i livelli, accompagnati da iniziative speciali per coltivare la dimensione ecologica della nostra fede, anche attraverso la celebrazione annuale del Tempo del Creato8. Occorre quindi superare un interesse spesso marginale ed episodico per passare ad un impegno sistematico e organico.

II. Promuovendo una conversione degli stili di vita indirizzata alla semplicità e alla sostenibilità, attraverso l’impegno a passare nelle strutture ecclesiali al 100% di energia rinnovabile e raggiungere l’obiettivo di emissioni nette di carbonio pari a zero entro il 2030 o prima.

III. Adottando linee guida sugli investimenti etici che allontanino i capitali dai combustibili fossili (“divestment”), considerato che, se si svuole rispettare il limite dell’accordo di Parigi, dobbiamo “mantenere nel sottosuolo la maggior parte del carburante fossile”9; come indicato nel documento finale del Sinodo sui Giovani (153).

IV. Assumendo le indicazioni del Sinodo sui giovani e i lavori di preparazione del prossimo Sinodo sull’Amazzonia, occorre sostenere i giovani nella realizzazione di programmi di cura della casa comune e, in particolare, di favorire progetti di difesa di quel “polmone del pianeta” (LS 38) che è la foresta amazzonica con i suoi abitanti indigeni.

Chiediamo inoltre ai leader politici e alle istituzioni competenti di affrontare con decisione e in modo urgente le principali questioni evidenziate anche dagli scienziati:

I. Puntando al raggiungimento del 100% di energia rinnovabile, per “porre fine all’era dei combustibili fossili”10 in linea con l’obiettivo dell’accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C;

II. Attuando il Global Compact in ordine alle migrazioni, per affrontare il tema dei rifugiati ambientali affinché “nessuno sia lasciato indietro”;

III. Adoperandosi per proteggere almeno il 30% degli ecosistemi del pianeta entro il 2030, con attenzione speciale alle comunità indigene che vivono in queste regioni ad elevata biodiversità, in applicazione della Convenzione ONU sulla Diversità Biologica;

IV. Impegnandosi attivamente per un accesso universale ed equo all’acqua potabile entro il 2030, come previsto dall’obiettivo 6 degli SDGs (Sustainable Develompment Goals dell’Agenda 2030 ONU;

V. Adottando un modello di economia ‘circolare’, per superare il “mito moderno del progresso materiale illimitato” (LS 78) e il paradigma della “crescita illimitata” (LS 106).

Invitiamo tutti i giovani del mondo ad unirsi, oltre le differenze, per prenderci cura della casa comune.


Che San Francesco e i Santi Patroni della GMG 2019, ci benedicano e ci guidino in questo affascinante impegno.

1 CELAM, Lettera pastorale “Discepoli missionari custodi della casa comune – Discernimento alla luce
dell’enciclica Laudato Si’”.
2 “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”: Documento Preparatorio del Sinodo dei
Vescovi per l’Assemblea Speciale per la Regione Panamazzonica, 08.06.2018.
3 Dichiarazione congiunta delle conferenze episcopali sulla giustizia climatica, Ottobre 2018: http://bit.ly/bishops-
statement.
4 Papa Francesco, Discorso del 9 Giugno 2018.
5 San Giovanni Paolo II, Catechesi, 17 Gennaio 2001.
6 Documento Finale del Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, 46.
7 La "Laudato Si Generation" è una rete di giovani cattolici (tra cui reti come il Movimento Internazionale di Studenti Cattolici, Gioventù studentesca cattolica internazionale, Rete dei giovani cattolici per la sostenibilità ambientale in Africa, Don Bosco Green Alliance, Iniziative per i giovani della Caritas etc., coordinata dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima ) che sarà lanciata ufficialmente sul palco principale della GMG il 25 gennaio 2019.
8 Il Tempo del Creato, promosso dal Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale (http://bit.ly/letter-soc), si svolge ogni anno tra il 1° settembre, Giornata Mondiale di Preghiera per il Creato, ed il 4 ottobre, Festa di S. Francesco d'Assisi. Per maggiori informazioni: www.seasonofcreation.org
9 Papa Francesco, Discorso ai dirigenti delle principali imprese del settore dell'energia, 9 giugno 2018.
10 Appello dei vescovi continentali ai negoziatori della Conferenza COP 21, Ottobre 2015.

JMJ 2016: por una ecología integral

Manifiesto de los jóvenes de la JMJ 2016 – Cracovia

1. Per una rinnovata alleanza tra l’umanità e l’ambiente.
Noi, giovani della GMG di Cracovia, facciamo nostro l’appello che Papa Francesco ha lanciato al mondo con l’enciclica Laudato si’: come è possibile pretendere di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi? (LS 13).
La sfida ecologica che viviamo e le sue implicazioni umane riguardano tutti, ma toccano soprattutto noi giovani! Quello che sta accadendo alla nostra “casa comune” non ci è indifferente, perché stime e analisi scientifiche di grande serietà convergono nel denunciare la gravità del degrado dei sistemi naturali di cui gli esseri umani hanno bisogno per vivere. La terra grida per il male provocato dall’uso irresponsabile ed egoista dei doni di Dio: da una parte abbiamo inquinamento massivo, proliferazione dei rifiuti, scarsità d’acqua potabile, perdita di biodiversità ed emergenza climatica; dall’altra registriamo il crescente deterioramento della qualità della vita umana di tanti fratelli, poiché l’inequità planetaria produce anche degrado sociale e cultura dello scarto.
Noi crediamo che, di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, ciò che è più necessario sia la
“trasformazione del cuore” (LS 218). Se si vuole veramente costruire un’ecologia integrale, che permetta di riparare tutto ciò che abbiamo distrutto, non sono infatti sufficienti soluzioni di carattere scientifico, tecnico o politico: servono la saggezza, la forza e la speranza che scaturiscono da una visione rinnovata del rapporto tra umanità e ambiente. Il “Vangelo della creazione”contenuto nella Bibbia – ma anche la sapienza di altre tradizioni e religioni – ci invita a guardare il mondo come a un giardino da “coltivare e custodire” (Gen 2,15) e l’ambiente come “un bene collettivo da proteggere, curare, preservare. Ciò implica una relazione di reciprocità tra essere umano e natura” (LS 67), insieme alla destinazione comune dei beni della terra. Pensiamo che la cura del mondo riguardi anche il patrimonio storico, artistico e culturale e richieda perciò “il costante protagonismo degli attori sociali locali a partire dalla loro propria cultura” (LS 144), a promuovere il lavoro come una via di responsabilità, di impegno per lo sviluppo e di costruzione del futuro, contrastando la tendenza a imporre “uno stile egemonico di vita legato a un modello di produzione”.

2. Ci impegniamo, insieme a tutti i giovani.
Siamo convinti, con papa Francesco, che ciascuno possa e debba fare qualcosa. Per questo vogliamo prima di tutto assumerci degli impegni concreti, per continuare l’esperienza gioiosa della GMG e riportarla nei luoghi della nostra vita quotidiana. Ci impegniamo a rinnovare il dialogo ad ogni livello: abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, come insegna l’enciclica che è rivolta a ogni persona che abita il pianeta, per prendere coscienza dei problemi “in modo da coglierne non solo i sintomi ma anche le cause più profonde” (LS 15), “ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità” (LS 14). Ci impegniamo in particolare a coltivare la relazione tra scienza e religione, nella convinzione che i rispettivi, diversi approcci alla realtà possano entrare in un rapporto intenso e produttivo (LS 62). Ci impegniamo a intraprendere una conversione ecologica come fraternità verso le creature, “tra cui c’è la nostra oppressa e devastata terra, che costituisce la nostra casa comune, con la quale condividiamo l’esistenza, e che è come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia” (LS 1);
Ci impegniamo a cercare le vie per un “prudente sviluppo del creato” (LS 124), convinti che “Il
Signore della vita […] non ci lascia mai soli […] e il suo amore ci conduce sempre a trovare nuove
strade” (LS 245). Ci impegniamo a sperimentare e realizzare un’ecologia integrale, costruendo reti comunitarie, capaci di far crescere la cultura della solidarietà con “semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo” (LS 230);
Ci impegniamo ad adottare un diverso stile di vita, più sobrio e più aperto allo stupore e alla
meraviglia per il creato, sull’esempio di San Francesco d’Assisi, “un mistico e un pellegrino che ha vissuto in modo inseparabile la sua preoccupazione per la natura, la semplicità generosa verso i più poveri, l’impegno nella società e la pace interiore” (LS 10). Ci impegniamo a riconoscere e tutelare la peculiare dignità dell’essere umano, diventando strumenti di riconciliazione e superando frustrazioni, rassegnazione e disinteresse.

3. Chiediamo ai potenti della terra.
Ci sentiamo in dovere e in diritto anche di sollecitare i governanti, i media, gli imprenditori e le organizzazioni internazionali a fare con coraggio e decisione la propria parte. Invitiamo i governanti, le organizzazioni internazionali e il mondo imprenditoriale a cercare insieme a noi giovani altri modi – più equi e sostenibili – di gestire l’economia e perseguire lo sviluppo e “a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro per tutti” (CIV 32). Chiediamo a tutti coloro che hanno cariche politiche e amministrative di riconoscere il senso umano dell’ecologia e il valore proprio di ogni creatura, perché questo è l’inizio della giustizia tra le generazioni e il principio del bene comune. Domandiamo ai governi e alle imprese di rinunciare allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e di agire in modo responsabile a tutela della casa comune senza cedere alla dittatura del tornaconto immediato. Il creato è un dono da custodire. Altri ce l’hanno consegnato e noi abbiamo la responsabilità di trasmettere a chi verrà dopo di noi. Ci appelliamo a tutti gli uomini di buona volontà perché si facciano promotori di grandi percorsi di dialogo sull’ambiente nella politica internazionale: dibattiti sinceri e onesti a cui seguano, nelle
politiche nazionali e locali, azioni tempestive ed efficaci di salvaguardia del pianeta. Servono buoni accordi globali che devono poi essere onorati sul piano giuridico, politico ed economico.
Vogliamo un’informazione completa e processi decisionali trasparenti riguardo agli interventi sulle risorse naturali, alle tecnoscienze e alla difesa del lavoro, perché possiamo essere consapevoli di ciò che accade, per appoggiare le buone prassi e per lottare contro gli interessi dei gruppi di potere che distruggono irrazionalmente le fonti di vita (cfr. LS 107, 135).

JMJ 2013: jóvenes custodios de la creación

Manifiesto para la Jornada Mundial de la Juventud 2013 – Río de Janeiro

“Il futuro a misura d’uomo che vogliamo”

Fin dagli albori della civiltà l’uomo ha modificato l’ambiente, cercando di sfruttare al
meglio i doni del Creato. Ma a partire dal XVIII secolo, con l’avvento della
rivoluzione industriale, è iniziata una nuova epoca nella quale la composizione
chimica dell’atmosfera è stata progressivamente modificata dalle emissioni causate
dall’uso dei combustibili fossili.
La comunità scientifica, sulla base di dati oggettivi, ha ripetutamente segnalato i
rischi che tale comportamento può comportare, particolarmente riguardo ai
cambiamenti climatici. E oggi gli appelli degli studiosi non possono più essere
trascurati. 


I dati del problema.
L’immissione nell’atmosfera di gas a effetto serra causa l’aumento della
temperatura con un tasso di incremento senza precedenti. Anche in passato la
Terra ha subito notevoli rialzi termici per cause naturali. Ma nei prossimi cento anni
rischiamo di avere lo stesso aumento della temperatura che in altre ere geologiche
si è verificato nell’arco di ventimila anni, con un processo duecento volte più veloce.
Già oggi la quantità di questi gas presenti in atmosfera è maggiore di quella degli
ultimi tre milioni di anni. Scioglimento dei ghiacciai, innalzamento e acidificazione
degli oceani, deforestazione, siccità ed eventi climatici estremi mettono a rischio
vaste aree del pianeta, specie quelle più povere, e potrebbero causare danni
devastanti soprattutto a quei 600 milioni di abitanti che vivono ad appena un metro
sopra il livello del mare. Alla base di questi fenomeni c’è l’incremento della
domanda di energia per far fronte allo sviluppo delle economie emergenti e la
diminuita disponibilità di acqua dolce.
Il diritto alla crescita di oltre due terzi della popolazione mondiale che chiede di
uscire dalla povertà deve trovare una risposta in tecnologie pulite per l’accesso
all’energia e all’acqua. All’inizio del terzo millennio c’è la possibilità di avallare
questo diritto utilizzando le scoperte che la scienza e la tecnologia ci hanno messo
a disposizione. 


Un problema etico.
Abbiamo invece la fondata impressione che mentre si espandono le nostre
conoscenze, venga sempre più a ridursi la capacità di distinguere ciò che è bene e
ciò che è male. In altri termini rischiamo di diventare giganti tecnologici, ma nani
morali. E invece il problema ecologico, come hanno affermato i Papi degli ultimi
decenni, è innanzitutto un problema etico.

Ecco perché, in occasione della Giornata mondiale della Gioventù di Rio de
Janeiro, fedeli all’insegnamento della Chiesa, vogliamo rivolgere ai nostri coetanei
di tutto il mondo e a ogni uomo di buona volontà questo Messaggio. Lo facciamo
nella consapevolezza che, se da un lato i dati scientifici fanno squillare un
campanello di allarme che sarebbe irresponsabile sottovalutare, dall’altro lato è
bene sottolineare che tendenza non significa destino. Siamo ancora in tempo per
invertirla. E la prima cosa da fare è riscoprire la verità della natura in quanto
creazione che rimanda ad un Creatore e che il Creatore stesso ha affidato all’uomo
in qualità di custode. 
Proprio questo è l’invito che Papa Francesco, fin dai primi giorni del suo pontificato,
ha rivolto a tutti. Un invito che appare in continuità con il magistero sviluppato dai
suoi predecessori in materia di salvaguardia del Creato. Perciò, mentre ci
accingiamo a vivere da giovani questo nuovo appuntamento con il Successore di
Pietro in terra brasiliana, vogliamo fare nostro quell’invito e riproporlo al mondo. 
Tra i giovani e l’ecologia, del resto, c’è sempre stato un naturale connubio. Come
ha riconosciuto Benedetto XVI, sono stati proprio i giovani ad aver compreso per
primi che ‘nella nostra relazione con la natura c’è qualcosa che non va; che la
natura ha una sua dignità e che dobbiamo seguire i suoi consigli’.
Il beato Giovanni Paolo II, che ha promosso le Giornate mondiali della Gioventù, ci
aveva in precedenza ricordato che accanto a quella comunemente intesa esiste
anche un’ecologia umana. E Francesco, fin dalla scelta del suo nome da Pontefice,
ha riportato in primo piano il Santo che prima di ogni altro ci ha insegnato a
chiamare fratelli e sorelle anche gli elementi naturali come l’acqua e il sole e ci ha
invitato a rispettare tutte le creature di Dio e l’ambiente in cui esse vivono e nel
quale noi stessi viviamo con loro. 


Le nostre richieste, i nostri impegni.
I dati che abbiamo in sintesi richiamato impongono decisioni responsabili,
lungimiranti e tempestive. Noi e i nostri genitori siamo le prime generazioni ad
avere la consapevolezza della posta in gioco e delle conseguenze negative che
potrebbero derivare se non venissero adottate le misure necessarie. 


Chiediamo.
Ai governanti di tutto il mondo e alle organizzazioni internazionali 
di non portarci via il futuro e la speranza, restando prigionieri degli interessi di breve
periodo che generano contrapposizioni e veti incrociati e perciò sfociano in un
pericoloso immobilismo;  
– di porre in atto azioni concrete per evitare di raggiungere un punto di non ritorno
oltre il quale la Terra potrebbe diventare inospitale per l’umanità; 
– di limitare al massimo l’immissione di gas ad effetto serra nell’atmosfera, con
l’impiego delle fonti alternative non inquinanti già disponibili; 
– di promuovere la ricerca, lo sviluppo e l’accesso per tutti ad ulteriori fonti
energetiche pulite; – di sperimentare e diffondere modelli e stili di vita per l’uso sostenibile delle risorse
naturali ed energetiche; 
– di non considerare i fondi impiegati in queste direzioni come un costo, ma al
contrario come un investimento a favore delle future generazioni;
– di proteggere la biodiversità e le riserve di acqua dolce e pulita del pianeta.
Chiediamo ai mass media di tutto il mondo 
– di vigilare affinché le misure necessarie vengano effettivamente adottate; 
– di non prestarsi a speculazioni e campagne di disinformazione orchestrate da chi
agisce solo in nome del proprio profitto; 
– di diffondere nell’opinione pubblica mondiale i dati scientifici e gli aspetti etici del
problema, contribuendo così al formarsi di una coscienza veramente ecologica.


Da parte nostra ci impegniamo a:
rispettare la verità dell’essere umano, vertice del Creato, in armonia con la natura,
seguendo l’esempio di San Francesco;
riscoprire la vocazione di custodi del Creato per custodire gli altri, come ci ha
insegnato Papa Francesco;
sottolineare la dimensione etica delle scelte che presiedono alla custodia del
Creato, come ha sottolineato Benedetto XVI;
promuovere una corretta ecologia umana, come ha affermato il beato Giovanni
Paolo II;
cambiare i nostri stili di vita per custodire il Creato e consegnarlo alle future
generazioni;
promuovere l’uso efficace e solidale delle risorse disponibili;
fare pressione con tutti mezzi disponibili affinché i governi e le istituzioni
internazionali adottino le misure necessarie e soprattutto finanzino la ricerca di
nuove fonti energetiche non inquinanti;
diffondere questa cultura e questa vocazione tra i nostri coetanei e tra tutti gli
uomini e le donne di buona volontà, affinché tutti possano sperimentare la bellezza
di sentirsi custodi del Creato.